Fabrizio Longo è il conservatore della sezione botanica presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. Lo incontriamo perché recentemente il Museo si è dotato di uno scanner, fornito da PageNet, l’ElarScan A2-600-RA.
Che tipo di esigenza avevate? Innanzitutto, una premessa: il Museo Regionale di Scienze Naturali, ha tra i suoi obiettivi la conservazione delle collezioni presenti. Al fine di rendere disponibili le conoscenze scientifiche e mettere a disposizione testi inediti, si è pensato di acquistare uno scanner A2 di grosse dimensioni che potesse acquisire digitalmente campioni di erbario, solitamente montati in formato standard A3 e libri antichi.

In cosa consistono i campioni d’erbario? Nel nostro Museo le collezioni botaniche sono costituite principalmente da fogli sopra i quali sono poggiate le piante essiccate. Avevamo l’esigenza di digitalizzarli, manipolandoli il meno possibile Era necessario quindi uno scanner planetario come questo, che consenta di acquisire l’immagine senza girare i fogli.
Siete soddisfatti della scelta? Assolutamente sì. Anche perché una volta acquisita dimestichezza con il prodotto abbiamo notato che poteva essere impiegato per altri utilizzi.
Dove lo avete collocato? In biblioteca, dove oltre alla scansione dei fogli d’erbario, digitalizziamo anche libri antichi e estratti di articoli o monografie, sempre nel rispetto del copyright.
Avete libri antichi da digitalizzare?
Sì, in particolare, è presente il fondo di libri antichi del Marchese Spinola riguardanti prevalentemente le scienze naturali e i viaggi di esplorazione scientifica. Il fondo comprende oltre 6000 titoli tra volumi, riviste e miscellanee, stampati tra il 1500 ed il 1850. Essendo libri antichi e inediti, vorremmo metterli a disposizione su piattaforme pubbliche, in versione digitale.
Chi consulta generalmente i vostri materiali? Di solito sono soprattutto specialisti, studiosi o ricercatori universitari che ci contattano per visionare le nostre collezioni e libri, ma anche appassionati.
Come è possibile consultare i vostri materiali?
Chi può, viene fisicamente in Museo per la consultazione diretta. Ma una via intermedia è quella della spedizione dell’immagine ad alta risoluzione. È qui che entra in gioco lo scanner.
Torniamo al Fondo Spinola. Che tipo di materiale è? Molto eterogeneo, sia per le dimensioni che per i materiali. Ma lo scanner che abbiamo acquistato è perfetto, perché ha un formato A2 che ci permette di lavorare anche con volumi antichi più grandi.
Che tipo di progetti avete per il futuro?
Sicuramente, tra i Progetti futuri rientra quello della digitalizzazione; stiamo già partecipando a un progettocon il ministero, tramite il PNRR. Avere uno scanner nostro ci permetterà di essere indipendenti nei tempi e nei modi per continuare a digitalizzare e mettere a disposizione del pubblico sempre più materiale.
Rispetto al materiale che possedete, quanto è già digitalizzato?
Per quanto riguarda la sezione di botanica, essa comprende circa centomila pezzi. Di questi solo diecimila sono digitalizzati. Il 90% è ancora tutto acquisire.

Come avete scelto PageNet?
Dopo esserci consultati con altri Enti ed istituzioni universitarie e museali italiane che già lo utilizzavano, sono andato personalmente nella sede di PageNet a Milano. Ho portato del materiale con cui fare delle prove e abbiamo fatto diverse prove di digitalizzazione.
Perché avete deciso di acquistare proprio questo scanner planetario?
L’ElarScan A2-600-RA ha la dimensione giusta per noi. Inoltre ha lo zoom ottico e l’OCR, ovvero il riconoscitore automatico di testi, che sono decisamente un valore aggiunto.
Lo scanner copre tutte le vostre esigenze di lavoro?
Quasi. Per quanto riguarda gli altri reperti, come insetti, animali tassidermizzati e materiale geologico e paleontologico dovremo utilizzare altri strumenti, perché si tratta di materiale in 3D.
Come cambierà per ora il vostro modo di lavorare?
Sicuramente in seguito all’acquisto dello scanner, potremmo acquisire digitalmente estratti o libri interi in qualità decisamente più alta rispetto agli strumenti che utilizzavamo. Inoltre sarà più semplice rispondere e soddisfare le richieste di studiosi che chiedono articoli scientifici, estratti di libri o fogli di erbario specifici. Ci consentirà inoltre di realizzare o integrare le banche dati a cui attingere, in caso di richieste specifiche.