A metà dell’Ottocento inizia la storia della ceramica industriale a Laveno Mombello, grazie ai signori Carnelli, Caspani e Revelli, anche per i rapporti che i fondatori avevano con Carlo Tinelli, la cui famiglia da secoli si era stabilita a Laveno sul lago Maggiore. Divenuta nel 1883 Società Ceramica Italiana S.p.A. (SCI), la società percorre la storia d’Italia dai primi decenni dalla nascita dello Stato Italiano, alla prima e seconda guerra mondiale e al successivo dopoguerra. Figura chiave per lo sviluppo della SCI è stato l’ingegner Luciano Scotti, che aveva una visione imprenditoriale ed organizzativa fondata su notevoli idee per il futuro dell’azienda.

Altro personaggio di rilievo è stato l’ingegner Franco Re, che ha gestito tutto il polo ceramico come Direttore e ha accompagnato l’ing. Scotti nei periodi chiave fra le due guerre: la grande crisi del 1930-1935, la guerra in Etiopia e il periodo autarchico. Laveno diventa ben presto un centro di produzione ceramico, importante sia per volumi che per qualità dei prodotti, destinati ad arredo domestico, sanitari e anche all’industria, come gli isolatori. Molto importanti sono stati gli art director della SCI, l’architetto Guido Andlovitz e successivamente Antonia Campi, maestra di design, riconosciuta e premiata a livello internazionale. La professoressa Campi viene confermata come art director anche quando la SCI di Laveno diventa SCI Pozzi Ginori, dopo la incorporazione, negli anni Sessanta.

Adriano Ferrarini ha raccolto e raccontato la storia dell’azienda e dei suoi protagonisti, i personaggi chiave e le maestranze, realizzando tre volumi che contengono i suoi manoscritti e foto dei personaggi e dei luoghi durante tutto il lungo periodo della SCI di Laveno, divenuta poi SCI Pozzi Ginori. Ferrarini ha conosciuto direttamente personaggi e luoghi, in quanto dipendente della SCI e anche custode del villino del Direttore, abitato anche da Luciano Scotti e poi a lungo da Franco Re. In ultimo anche dalla figlia Vanna Scotti Meregalli e famiglia, fino agli attuali proprietari Sergio e Anna Meacci.

Dalla conoscenza diretta dei Meacci con Adriano Ferrarini e la sua famiglia nasce l’idea di digitalizzare i tre volumi, per conservarli e proteggerli dall’ usura del tempo e renderli disponibili in tutte le forme che la digitalizzazione consente.

Ecco perché è stata contattata PageNet, da parte delle famiglie Meacci e Ferrarini.

“Se rimanesse tutto cartaceo, senza digitalizzazione” – dicono Sergio e Anna Meacci – “certamente andremmo incontro all’oblio. È invece opportuno rendere disponibile questa memoria unica”.

In questi volumi non si racconta solo la vita dei protagonisti dell’azienda, ma anche il contesto storico in cui si è sviluppata la SCI. Si tratta di una testimonianza unica di quelle vicende. È una documentazione molto interessante per Laveno.

Per accrescere la notorietà di Laveno e in particolare del suo Museo Internazionale di Design Ceramico (MIDEC), una delle attrazioni turistiche della zona, il materiale digitalizzato potrà in futuro essere reso fruibile, da parte della famiglia Ferrarini, a visitatori e turisti, ma anche a studiosi e appassionati.

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